Carlo Somaschini - incisore - Santa Marta, il drago e l'aspersorio

incisore



Simboli e santi

Note dell'autore



Santa Marta, il drago e l'aspersorio


 
Marta di Betania, un paese vicino Gerusalemme, è citata nei Vangeli di Luca e di Giovanni, come sorella di Maria e di Lazzaro, tutti e tre amici di Gesù. Dopo l’Ascensione di Cristo, secondo la Legenda aurea di Iacopo da Varagine, insieme ai fratelli, “fu gettata dagl’infedeli su una nave senza vele, senza remi e senza nocchiero”. La nave approdò miracolosamente alle foci del Rodano, in Provenza, dove un drago, chiamato Tarasca, si nascondeva nelle acque del fiume. Per difendere la popolazione dalle continue aggressioni del mostro, Santa Marta, con coraggio e salda fede lo affrontò, armata solo di acqua santa e aspersorio. Il “serpente d’acqua”, simbolo di un paganesimo crudele e indomabile, si ammansì e potè essere così ucciso dalle genti del luogo. Forse, in questo pericoloso confronto, la malefica creatura non fu così arrendevole come vuole la tradizione e prima che la l’intrepida Santa potesse domarne la ferocia dovette respingerne i micidiali attacchi e resistere alle strette mortali delle sue gonfie spire.