incisore
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Santa Margherita, il drago
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In alcune acqueforti, il simbolo sembra
assumere forme ipertrofiche tali da occupare quasi totalmente lo spazio
prospettico: è il caso di Santa Margherita d’Antiochia (attuale Turchia), che subì il martirio all’eta di quindici anni, nel 290 d.C. La martire, in nome della fede a cui si era consacrata, si rifiutò al
Prefetto romano che la per questo la denunziò
come cristiana. In carcere, nella notte
che precede la sua esecuzione, viene visitata nella cella dal diavolo nelle
forme di drago che la inghiottì. Margherita armata della sola croce squarcia il
ventre del mostro e sopravvive al letale confronto. Da questo antico rito di
iniziazione, un passaggio verso un livello di coscienza superiore, Margherita da martire ne uscirà santa e drago diventerà il suo attibuto principale che sempre
l’accompagnerà.
Nella incisione la santa non è colta, come vuole la tradizione (Raffaello e
Giulio Romano), nel momento del trionfo sul Male ma nel pieno della lotta con
un mostro che, però, non ha nulla di orrifico ma sembra essere un oggetto di
scena (la chiavetta), destinato a svolgere comunque un ruolo già preassegnato e funzionale alla drammatica rappresentazione. |
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