Carlo Somaschini - etcher - St Margaret, the  dragon

incisore


Santa Margherita, il drago


 
 
In alcune acqueforti, il simbolo sembra assumere forme ipertrofiche tali da occupare quasi totalmente lo spazio prospettico: è  il caso di Santa Margherita d’Antiochia (attuale Turchia), che subì il martirio all’eta di quindici anni, nel 290 d.C. La martire, in nome della fede a cui si era consacrata, si rifiutò al Prefetto romano che la  per questo la denunziò come cristiana. In carcere, nella notte che precede la sua esecuzione, viene visitata nella cella dal diavolo nelle forme di drago che la inghiottì. Margherita armata della sola croce squarcia il ventre del mostro e sopravvive al letale confronto. Da questo antico rito di iniziazione, un  passaggio verso un livello di coscienza superiore, Margherita da martire ne uscirà santa e drago diventerà  il suo attibuto principale che sempre l’accompagnerà.
Nella incisione la santa non è colta, come vuole la tradizione (Raffaello e Giulio Romano), nel momento del trionfo sul Male ma nel pieno della lotta con un mostro che, però, non ha nulla di orrifico ma sembra essere un oggetto di scena (la chiavetta), destinato a svolgere comunque un ruolo già preassegnato e funzionale alla drammatica rappresentazione.