San Biagio, vescovo armeno, fu
martirizzato nel 316, tre anni dopo l’Editto di Milano che concedeva la libertà
di culto ai cristiani. I suoi torturatori straziarono il suo corpo utilizzando dei pettini in ferro, che si usavano per cardare la lana. Un’ulteriore
condanna sembra gravare sul santo, quella di portare gli enormi e pesanti
strumenti di tortura sulla sue vecchie spalle, nell’ultimo tragitto che
percorre, lui protettore dei viandanti, appoggiandosi ad un bastone che
termina con due candele intrecciate (altro suo attributo), la cui fiammelle sembrano assecondare il suo passo incerto e stanco.
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