Carlo Somaschini - etcher - Melpomene, Muse of Tragedy

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Melpomene, Muse of Tragedy


 
Melpomene è la musa della tragedia che, per  gli antichi Greci, era uno spettacolo molto amato ma anche rito collettivo, ispirato da una divinità, che si svolgeva durante un periodo sacro (le feste in onore di Dioniso) e in uno spazio consacrato (al centro del teatro sorgeva l'altare del dio). Quello che andava in scena nella tragedia è l’essere nel mondo per i Greci, il loro modo di concepire la vita qui sulla terra, una visione del mondo che ruotava intorno al drammatico rapporto con le divinità eterne e onnipresenti che dominano l’universo ed inevitabilmente anche il loro destino di effimeri esseri mortali.
Tutta la comunità affollava il teatro, una folla enorme e variegata accorreva per rivivere  le storie di un patrimonio culturale condiviso. Questa enorme partecipazione fa capire quanto profondo era il potere di fascinazione della Musa del teatro sul popolo greco antico. Oggi, nel nostro mondo mediatico e globale, un potere così vasto e magnetico potrebbe essere esercitato solo dalle grandi rock-stars mondiali, almeno nelle stesse dimensioni numeriche. E non a caso, nell’incisione, Melpomene ha una postura vicina ad una di queste, Freddie Mercury, voce solista dei Queen, come la si può osservare in una statua a lui dedicata a Montreux.
La Musa brandisce nella mano destra un sistro a ricordare l’origine sacra di questo rito; nella sinistra la clava (che termina con un microfono) è quella  di Eracle, l’eroe tragico di sempre. Le maschere, suo attibuto principale, sono intregrate nel suo bizzarro costume di scena, mentre i piedi caprini, il copricapo e i grappoli d’uva rimandano alla etimologia della parola tragedia ('tragos' in greco significa capro) e a quel Dio in onore del quale le sacre rappresentazioni avvenivano.