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Melpomene, Muse
of Tragedy
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Melpomene è la musa della tragedia
che, per gli antichi Greci, era uno
spettacolo molto amato ma anche rito collettivo, ispirato da una divinità, che si
svolgeva durante un periodo sacro (le feste in onore di Dioniso) e in uno
spazio consacrato (al centro del teatro sorgeva l'altare del dio). Quello che
andava in scena nella tragedia è l’essere
nel mondo per i Greci, il loro modo di
concepire la vita qui sulla terra, una visione del mondo che ruotava intorno al drammatico
rapporto con le divinità eterne e onnipresenti che dominano l’universo ed inevitabilmente
anche il loro destino di effimeri esseri
mortali.
Tutta la comunità affollava il teatro, una folla enorme e variegata accorreva
per rivivere le storie di un patrimonio
culturale condiviso. Questa enorme
partecipazione fa capire quanto profondo era il potere di fascinazione della
Musa del teatro sul popolo greco antico. Oggi, nel nostro mondo mediatico e globale, un potere così vasto e magnetico
potrebbe essere esercitato solo dalle grandi rock-stars mondiali, almeno nelle stesse dimensioni numeriche. E non a caso, nell’incisione, Melpomene ha una postura
vicina ad una di queste, Freddie Mercury, voce solista dei Queen, come la si
può osservare in una statua a lui dedicata a Montreux.
La Musa brandisce nella
mano destra un sistro a ricordare l’origine sacra di questo rito; nella
sinistra la clava (che termina con un microfono) è quella di Eracle, l’eroe tragico di sempre. Le maschere, suo attibuto principale, sono
intregrate nel suo bizzarro costume di scena, mentre i piedi caprini, il copricapo e i grappoli d’uva rimandano alla
etimologia della parola tragedia ('tragos'
in greco significa capro) e a quel Dio in onore del quale le sacre
rappresentazioni avvenivano.
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