etcher
|
|
|
|
|
|
Clio, la Musa della storia, sembrerebbe
del tutto assente. Al suo posto la scena
è occupata dalla Storia stessa, sotto le forme di una folle imbarcazione naufragata in un campo di battaglia, costellato da crateri e ai margini delle mura di
una città. La nave alimentata da un ‘rotore alfanumerico’, simbolo della Tecnoscienza che muove da sempre
la vita degli uomini, è sovrastata
dalla presenza di un potere dispotico, che si fonda sull'intimidazione
della forza e sul peso schiacciante di piramidi gerarchiche, che si fanno beffe di ogni forma di Giustizia. Sul pennone della nave, sotto la fiaccola di un’ambigua Libertà, la Musa più che patronessa
della Storia ne è essa stessa prigioniera, carcerata nei libri che sono il suo
principale attibuto ma anche il luogo dove si suppone che essa viva ed esista. Da lì, dietro delle
sbarre, la Musa osserva il cielo dove campeggia un enorme nodo, con il quale la
Storia manifesta la sua più intima natura: la
Storia che non è altro che un groviglio, un garbuglio, un impenetrabile “gnommero” gaddiano; un'inestricabile ‘sistema di
sistemi’, dove gli infiniti elementi dell’uno
condizionano tutti i molteplici elementi degli altri e ne sono al
tempo stesso condizionati, in una labirintica complessità, che rende umanamente vano ogni forma di reale comprensione e possibile solo una serie di interminabili interpretazioni. Forse soltanto la Dea, che Tutto sa
del passato ma anche del futuro, può capire ciò che agli umani è negato. |
|
|