Carlo Somaschini - etcher - St.Jerome, the lion

incisore


San Girolamo, la zampa del leone


 
 

San Girolamo è una delle figure più rappresentative e complesse della storia della Cristianesimo. Padre e dottore della Chiesa, San Girolamo fu teologo, biblista e tradusse in latino il testo biblico (la Vulgata); fu segretario di Papa Damaso I e destinato a succedergli; monaco e anacoreta nel deserto siriano della Calcide. Nel 385 d.C. lascia Roma definitivamente  e si ritira a Gerusalemme in un convento  dedicandosi alla  studio ed alla meditazione.
Esistono due iconografie principali del santo: quella dell’anacoreta solitario in preghiera, nel deserto o nella grotta di Betlemme, con un crocifisso, il teschio e la pietra con cui battersi il petto in segno di penitenza (Cosmè Tura, Antonello da Messina, Pinturicchio, Leonardo, Dürer, Lotto); e quella  del sapiente teologo, ritratto nel suo studio-biblioteca ad attendere alla traduzione della Bibbia (Van Eyck, Colantonio, incisione di Dürer, Antonello da Messina). In questo secondo caso viene mostrato con abito cardinalizio e con il galero (cappello), a volte gettato in terra come segno della sua rinuncia agli onori. In quest’ultimo contesto spesso compare un leone. La leggenda narra che, nel monastero in Palestina ove dimorava, irruppe un leone con una zampa ferita dalle spine, scatenando il panico nella piccola comunità. Invece di scappare impaurito come i suoi confratelli, il santo avvicinò l'animale e lo curò; il leone si ammansì e come per dimostrargli gratitudine gli rimase fedele fino alla sua morte.Tra i manoscritti del suo studio, il santo tiene nella sua mano, poggiata sul Vangelo, la zampa dell’animale ed entrambi sono trafitti dal chiodo del sacrificio di Gesù, simbolo di quella cristiana compassione, di  quella misericordia, di quella pietà che comprende e accumuna tutti gli esseri umani ma che si estende ben oltre, fino ad  abbracciare tutti gli esseri viventi sulla Terra, con cui gli uomini sono destinati a condividere lo stesso effimero destino.