incisore
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Santa Caterina, la ruota dentata
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Santa Caterina, giovane donna di
rara bellezza, era un’orfana di origine
principesca, dedita allo studio della filosofia e delle arti liberali. Dopo la
morte del padre, la giovane si convertì al cristianesimo ed ebbe in sogno la visione della Madonna con il Bambino che le infilava
l'anello al dito, facendola sponsa
Christi, nel Matrimonio
mistico spesso rappresentato in pittura ( Guercino e Parmigianino). Nel 305 l’Imperatore Massimino, per la sua
fede pura ed irremovibile, la condannò al supplizio della ruota ma un fulmine
la salvò. Quando le fu tagliata la testa, dal collo mozzato non sgorgò sangue
bensì latte, simbolo della sua purezza. Elegante, colta, martire e
vergine, è una delle sante più amate
nell’Europa cristiana.
Nell’incisione lo strumento della sua tortura non si trova al suo fianco (come
vuole la tradizione) ma in primo piano ai piedi della santa, collegata
intimamente al suo simbolo, che costituisce l’elemento fondativo della figura stessa. Replicando se stessa verso l’alto, muta in
un’altra struttura, come a proteggere simbioticamente quella palma che le
cresce vicino. L’immagine termina con un
libro a indicare la sua saggezza, ma anche l’idea che i martiri sono i testimoni, i veri interpreti e custodi del Verbo (vedi
anche San Simone e San Bartolomeo),
mentre il volto sfaccettato racchiuso nel grosso volume rimanda alla triplice
natura di santa, di martire e di donna. |
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