incisore
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Sant'Eustachio , i palchi di cervo
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Sant'Eustachio
ebbe una visione. Durante una battuta di caccia inseguì un cervo che si staccò
dal branco. Quando furono soli, l'animale gli parlò. Aveva una croce luminosa
tra i palchi ed era Cristo che gli chiese si seguirlo nella sua fede. Eustachio
scelse il Cristianesimo e fu battezzato con tutta la sua famiglia dal vescovo.
Dopo varie e tragiche traversie, si ricongiunge ai suoi e riprende
servizio come ufficiale nell'esercito romano. Sotto l'imperatore Adriano fu
arrestato come cristiano e condannato a morte insieme con la moglie e i figli,
dopo essere miracolosamente scampato ai leoni del Colosseo. Il 12 ottobre del
120 d.C. Eustachio e i suoi famigliari morirono dentro un micidiale strumento di
esecuzione chiamato il toro di Falaride. Era di bronzo e aveva le forme
dell'animale e grande tanto da contenere alcune persone. Sotto veniva appiccato
un gran fuoco e i condannati rinchiusi morivano per le fatali ustioni tra
atroci sofferenze. Nella tradizione il simbolo di Sant'Eustachio è la testa di
cervo che reca una croce tra i palchi come la si vede, per esempio, sul vessillo
che regge il Sant'Eustachio di Dürer, nella pala d'altare di Paumgartner.
Nella incisione le bandiere tra gli enormi palchi sono un richiamo diretto a
quell'opera. La testa si è trasformata in una specie di tempio ipogeo con ai
lati le grandi corna a ricordo del martirio del santo. A sostituire la croce è il monogramma racchiuso non nella tradizionale corona, simbolo di vittoria, ma nell'uroboro, simbolo di eternità. |
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