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Andromeda

Un pallido corpo di una giovane donna, nuda e bellissima, è legato agli scogli sul mare in tempesta. E' Andromeda, offerta in sacrificio ad un mostro marino anguiforme, che si sta avvicinando per divorarla.  Il martirio della figlia è la punizione inflitta da Poseidone  alla sua incauta madre, Cassiopea, per la  tracotanza che ha avuto nel dichiarsi più bella delle Nereidi, divinità del mare. L’immagine conturbante della fanciulla non poteva sfuggire a Perseo, figlio di Zeus e di Danae,  appena reduce da una delle sue più gloriose imprese, quella dell'uccisione della Medusa. L'eroe plana con il suo cavallo alato e uccide l’orrenda creatura  e libera la giovane salvandola dalle mostruose fauci. Sono questi i momenti di un mito tra i più amati e frequentati nelle arti,  tanto da diventare un archetipo su cui si sono modellate altre narrazioni (dalla leggenda di San Giorgio agli episodi dell’Orlando Furioso)  e che, 
nel corso dei secoli , è sempre presente nella tradizione iconografia europea, dal mondo antico al Rinascimento (Piero di Cosimo, Tiziano, Veronese), dal Barocco (Rubens) all’Ottocento (Doré, Moreau, Ingres) e  fino al Novecento (Lempicka).
Nell’incisione, di  Andromeda e del suo mito sono rimaste solo le funi che la incatenano non sullo scoglio ma nella cavità in cui giace e nessun mostro attenta alla sua vita e nessun salvatore all’orizzonte sta per liberarla. Andromeda moderna non è una docile e innocente vittima sacrificale per le altrui colpe e, nello stesso tempo, il premio per il valoroso eroe, ma  una
strana creatura ribelle e indomabile,  attraversata da una specie di furore, da una tensione liberatoria, che vorrebbe finalmente affrancarla da tutti i legami e i vincoli che la sua condizione di donna le impongono da sempre, imprigionata e segregata in ruoli e modelli che finalmente sente di poter rifiutare.
















































 

 

 

 

 

Presso Milano, passione di san Pietro da Verona, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che, nato l’abito dallo stesso san Domenico; con ogni mezzo si impegnò nel debellare le eresie, finché fu ucciso dai suoi nemici lungo la strada per Como, proclamando fino all’ultimo respiro il simbolo della fede.